Inverno

Domenica 21/11/2010. A quasi un mese dal rientro in Italia posso ben dire che ha piovuto praticamente tutti i giorni! La cosa é senz'altro fastidiosa, ma indubbiamente alleviata dalla scarica di perturbazioni associate che hanno portato onde e vento a volontá. Per fortuna anche nei weekend, quindi prosegue la serie positiva con un'altra session al Gioia, stavolta nel tardo pomeriggio (le 3 sono ormai il calasole, che tristezza!)

In pratica archivio in tutta fretta l'esordio (con sconfitta) nel campionato di pallanuoto e passo dalle calde acque della piscina di Pisa al gelido mare versiliese... aggiungo che piove, spira un venticello da terra e il mare ha un colore giallognolo poco invitante!
Provo le nuove scarpette da climi rigidi (che in effetti a Bali erano un pó fuori luogo) in accoppiata alla super muta e incredibilmente non sento per niente il freddo...
La mareggiata é piú piccola della settimana scorsa ma ancora da sud: picchi mobili, onda corta ma anche parecchie aperture e mini tubo in partenza. Insomma, pane per il fish, e alla fine manda anche qualche serie piú grossa per la gioia dei soliti noti in acqua (anche in giornate cosí ostili, piú di 10 persone).
Divertente, quindi a mollo fino a buio!

Ancora una Gioia!

Sabato 13/11/2010. Dopo una vita di ricerche, appuntamenti mancati per poco e bidoni multipli riesco finalmente a ritrovarmi in acqua con Jacopo e Massi... per giunta nel vecchio home spot dell'emigrato padano: il Bagno Gioia al Lido, che, fra l'altro, sta anche diventando (per motivi imperscrutabili) lo spot italiano piú frequentato dal sottoscritto negli ultimi mesi.
Una volta tanto anche i radicali della Valdelsa se la prendono comoda e possiamo entrare in acqua praticamente tutti insieme verso le 10.30. Clima mite, acqua freschina e onde belle lisce sul metro e mezzo, che si vanno via via regolarizzando col passare del tempo anche se le meglio, devo dire, capitano all'inizio della session.

Il waveman é in gran forma, saranno forse gli ultimi postumi della cura balinese, ma prendo una quantitá vergognosa di onde (complice la scelta di usare ancora il fish) e rippo duro per quanto possibile (cioé poco...). Massi si presenta con una specie di long tagliato a 5' (cmq sembra andare abbastanza bene il ragazzino di 40 anni), Jacopo invece ce l'ha intero (il long) e rischia di farne un paio sfidando gli immancabili chiusoni delle serie piú grosse.
A fare da contorno anche un affollamento notevole in acqua, come non ho visto neanche d'estate... in ogni caso le onde non sono mancate per nessuno e a qualche decina di metri dalla zona 'locals' abbiamo surfato praticamente da soli per quasi 3 ore, dopodiché ho cominciato a sentire un pó freschino ai piedi... fra poco é ora di usare le scarpette balinesi nelle condizioni per cui sono state progettate: l'acqua diaccia!
Gran finale da gourmet con degustazione delle migliori specialitá al locale Mc Donalds... consiglio vivamente il gelato nel cono di polistirolo!

Lillatro da sud...

Domenica 07/11/2010. Giornata strana, previsioni incerte, pioggia a tratti: tutti gli ingredienti per restare al calduccio nel letto... Invece alle 9 sono giá per strada in direzione Pontile. Trovo poco mare, disordinato e un vento freddo da NW. Rimonto subito in macchina e invece di tornare a casa sento Jacopo che mi da una dritta fondamentale: al Lillatro pare non ci sia vento e rompe il Sabbione!
Giusto il tempo di arrivare ed esce perfino un pó di sole... Le condizioni a Rosignano non sono al top ma c'é comunque un bell'head-high nei set piú grossi. Picco abbastanza mobile rispetto al solito, affollamento invece nella norma, cioé alto.

In acqua trovo le solite facce, fra cui i Donoratichesi Samu & Paolo a cui posso raccontare con tutta calma la vacanza a Bali nelle pause fra un set e l'altro ma soprattutto nell'attesa di beccare una precedenza... Per fortuna tanti sono entrati di prima mattina e dopo un'oretta la calca si riduce parecchio, anche le onde si fanno via via meno frequenti ma in ogni caso non sono male, almeno un paio di bottom sono garantiti su ogni onda!
Poi con il fish in grande spolvero e l'allenamento balinese prendo parecchie onde, ritorno con facilitá all'amato backside e mi diverto al punto che 3 ore volano via come niente... E lo scirocco tanto atteso (o almeno minacciato dalle previsioni) inizia a fare capolino.
Nel pomeriggio passo da Dono a lasciare la roba da windsurf, ma affacciandomi in spiaggia noto dei kite familiari pronti al lancio e i proprietari giá in muta: Marco, Dario e Federica riescono anche a prendere una mezzoretta di scirocco (frutto di un nuvolone che fa pure l'indevitabile scroscio di piaggia), io li guardo al riparo della terrazza della Zattera, a uscire anche in kite col temporale oggi non ce l'avrei fatta!

Surf & Santi!

Domenica 31/10/2010. Ponte dei Morti in cui stento ancora a riprendermi dallo shock termico dopo il rientro da Bali: da 30°C giorno e notte a quasi zero, mi sembra d'essere al Polo Nord!
Per fortuna arriva un pó di scirocco in mio soccorso. Il sabato lo passo da casalingo per pigrizia ma sarebbe stato buono da kite, la domenica invece c'é una bella botta di vento, anche di pioggia (a dire il vero) e decido di tornare al vecchio caro windsurf, e tornare alla grande: onda e vento side-off a Tre Ponti, la condizione piú radicale che si possa trovare in Toscana!

Quando arrivo c'é giá il mondo in acqua ma anche una pioggia fastidiosa e un vento che sembra mettere in difficoltá i tanti armati di 4.7. Dopo un pó di indecisione decido di montare la 4.0: passo 10 minuti sotto il diluvio a cercare di scastrare la prolunga dall'albero, dopodiché mi arrendo alla mia condizione di turista disadattato e monto la 4.7 anch'io! :)
In acqua le condizioni non sono facilissime (poi ho perso il conto di quanto tempo é passato dall'ultima uscita "radicale") ma comunque tengo bene la sovrainvelatura... anche in surfata non me la cavo male per essere un quasi-ex... anzi, diciamo pure che do ancora le paste a parecchi fighetti che girano con l'ultimissimo quad Quatro 2011!

L'ultima mezz'ora poi me la godo alla grande, quasi in solitario, dopo che un momentaneo calo del vento aveva fatto uscire la brancata di windsurfisti accorsi qui da tutta Italia (qualcuno é uscito pure dalle rocce sottovento)... alla fine dopo neanche 2 ore sono stremato e con le stigmate da surfata (o da straps troppo vecchie) sul dorso del piede!

Lunedi 01/11/2010. Ci sarebbe ancora scirocco ma non ce la fo proprio... poi non vedo l'ora di provare i progressi surfistici balinesi sulle ondine italiane: direzione Gioia a Lido di Camaiore per il calasole!
L'onda é sul metro e mezzo ma sorprendentemente bella, ripida, a tratti tubante... Niente a che vedere con le corse lunghissime dell'oceano indiano ma ci scappano diverse belle surfate... anzi, é quasi un peccato aver portato solo il fish!
Fa un freddo porco, piove pure (tanto x cambiare) ma mi diverto proprio e in un baleno mi ritrovo a prendere l'ultima onda quasi sommerso dall'oscuritá. Ritorno in Italia piú che positivo!

Bali

Un posto che prima di partire non riuscivo neanche a immaginare. Un'isola tutto sommato piccola, ma con distanze interne che diventano abissali. Una miriade di spot, concentrati in pochi kilometri, in grado di soddisfare dal principiante al pro e dove puoi surfare ogni santo giorno. Il paradiso terrestre (spacciato come tale nelle guide turistiche) che peró si nasconde qua e lá in spiagge semideserte, mare cristallino e onde perfette sulla barriera corallina a vista. Altrove il grigiore di un paese del terzo mondo in frenetico (e disordinato) sviluppo, baracche accanto a resort a 5 stelle, ecomostri abbandonati in zone di una bellezza che da noi sarebbero tutelate da parchi naturali. Degrado che arriva fino all'inferno di traffico, smog e sporcizia di Kuta e dintorni: un brulicare di turisti sudati che vagano fra una bancarella e un pub con programmi sportivi 24/7, vicoletti intasati di motorini, offerta incessante di massaggi, magliette e trasporto. Il turista occidentale é una miniera d'oro che cammina per una miriade di balinesi che propongono qualsiasi mezzo e servizio per pochi spiccioli di euro, che qui peró valgono migliaia di rupie e consentono una vita piú che dignitosa per gli standard locali: appena arrivato basta prelevare 80euro al bancomat dell'aeroporto per diventare milionario! Invece un autista che ti porta con la propria macchina a Canggu a surfare un paio d'ore guadagna quanto un insegnante in 3 giorni di lavoro...
Ma visto che qui si parla di surf, ecco una rassegna degli spot testati personalmente, in rigoroso ordine casuale.

Legian. Il beachbreak dove tutto é cominciato, ed anche finito. Avevo prenotato online un alberghetto in questa zona per non mettermi a cercare appena arrivato a notte fonda e col bagaglio al seguito... ci siamo ritrovati in un posto carino (ovviamente con prezzi occidentali), piú da coppietta che da surfisti roots, almeno a walking distance dalla spiaggia: ideale quindi per 2-3 session di allenamento alle onde dell'oceano indiano, in attesa di spostarsi verso break piú impegnativi. Il primo giorno, ancora stravolto dal fuso orario, ho beccato subito un bel benvenuto con un paio di metri belli potenti e ho avuto modo di testare il periodo 14 secondi (sembra una piscina a onde che viene accesa di tanto in tanto) e i clean-up sets che puntualmente ti spazzano via senza tanti complimenti. Con lo swell in calo a 2-3 piedi, invece, ondine giocose e relax in acqua...

Canggu. Prima di abbandonare definitivamente Legian, decidiamo di fare una scappatella pomeridiana a Canggu. Da signori appena arrivati, quindi con autista (in realtá eravamo terrorizzati dal guidare un motorino a noleggio e non ancora convinti dalle grazie del Suzuki Jimmy). Purtroppo succede quello che qualsiasi spot guide menziona, ovvero vento on-shore, che sebbene leggero sciupa un pó la qualitá dell'onda, peraltro giá scarsa visto lo swell di 3 piedi. Comunque si surfa molto meglio e piú misura rispetto allo spiaggione di Legian, Canggu calamita le poche onde presenti e l'alta marea contribuisce a rendere poco ripide anche le serie piú grosse... invece le remate non si risparmiano, il break é molto lontano da riva e le serie di frangenti a volte sembrano infinite... sembra quasi di stare a Donoratico!

Bingin. Il posto dove abbiamo fatto base appena scappati da Kuta: warung Full Moon, a mezza collina, con splendida vista oltre che sul break di Bingin (il take off spot era giusto giusto davanti alla finestra di camera nostra) anche su Impossibles e Dreamland. Peró un conto é vedere dall'alto, un altro andarci a nuoto facendosi una kilometrata, quindi alla fine non abbiamo surfato né Impossibles né Dreamland e abbiamo fatto appena 3-4 session davanti a casa, anche perché l'affollamento medio era di 30 persone e nei momenti migliori comparivano i bimbetti local che potevi scegliere se stare a guardarli dalla finestra o dalla line-up: tanto in ogni caso un'onda non la prendevi! E se questi erano i giovani, figuriamoci gli adulti, che non si sono mai presentati probabilmente perché con 1 metro e mezzo e tubi sporadici consideravano le condizioni eccessivamente mosce per i loro gusti!

Balangan. La baia accanto a Dreamland, quindi a un tiro di schioppo dal nostro warung: infatti necessitava di solo mezz'ora di macchina + scarpinata per arrivarci! Ci abbiamo surfato solo 2 volte ma rimane uno degli spot che mi é piaciuto di piú: affollato ma con spazio per tutti, onda non straperfetta come a Bingin ma nei casi fortunati veramente lunga, con una bella parete e abbastanza acqua sopra al reef da andare tranquilli senza scarpette con qualsiasi marea... Anche qui ci sono diversi warung direttamente sulla spiaggia e mi é un pó dispiaciuto non aver dormito qualche giorno qui per godere delle condizioni glassy all'alba senza troppa gente fra i piedi!

Nusa Dua. Una bella spiaggia con ombrelloni, baretti, perfino noleggio windsurf, il tutto in mezzo a un mega resort con guardie armate all'ingresso. In lontananza, a piú di 1 Km da riva, il reef su cui si vedevano sbiancare le onde. Si parte in barca belli baldanzosi e dopo 10 minuti veniamo scaricati praticamente in alto mare: perché non ci porta un pó piú vicino? Neanche il tempo di porsi la domanda legittima e ci vediamo arrivare addosso una serie enorme... in pratica siamo sul picco! La corrente bestiale, aiutata anche dal vento, ci spinge per centinaia di metri lungo il reef... vedevamo all'inizio dei puntini lontani (surfisti) ma dopo neanche mezz'ora eravamo noi laggiú e il punto di raccolta della barca era ormai irraggiungibile!
Per concludere in bellezza, davanti a un set anomalo che mi frange davanti mollo la tavola (il POD di Alessio a cui vuole bene come a un figlio) e mi tuffo sott'acqua: sento un pó tirare e poi piú niente, leash rotto e tavola alla deriva nella laguna oltre il reef, per fortuna ancora tutta intera! Se non altro, nei momenti di panico in cui cerco la tavola in mezzo alla schiuma, una buon'anima viene in mio soccorso e mi indica il relitto: si tratta di Ruben, lo spagnolo di Marbella ormai a Bali da 4 mesi, con cui poi ci berremo una birra in spiaggia e che diventerá la nostra guida semi-local per il resto della vacanza...

Sri Lanka. Il primo frutto dell'incontro con Ruben, la sera stessa dopo la brutta esperienza di Nusa Dua: quando lí é troppo grosso, conviene provare Sri Lanka, una destra piú piccola ma molto ripida e regolare che frange su un reef poco profondo. La troviano proprio cosí, pettinata da un leggero vento off-shore (siamo sulla costa est), sul metro o poco piú, con piccoli tubi in partenza e poca gente, salvo poi un continuo aumentare di local e turisti, ma comunque sempre surfabile e con clima molto rilassato in acqua... inevitabile restare fino a buio!

Uluwatu. Uno spot mitico, un templio del surf mondiale oltre che della religione induista. Subito a inizio vacanza non abbiamo resistito alla tentazione di andare a vedere: ci siamo avvicinati timidamente, dai baretti in alto sulla scogliera, con poco swell e marea alta. Poi un giorno, quasi all'improvviso, trascinati da Mark, siamo passati per la grotta e ci siamo ritrovati su 'The Peak' in condizioni head-high, marea media, quasi nessun local in acqua (troppo poco per loro) ma comunque uno sfracello di gente. Per fortuna l'onda é molto lunga e con swell medio-piccolo rompe in diverse sezioni, quindi anch'io dal basso della mia inadeguatezza ho avuto l'onore di prendere diverse onde!

Scarpette ai piedi e adrenalina a palla, dovuta piú alla fama dello spot che alle condizioni (in realtá abbastanza tranquille), corse spesso molto lunghe e l'unica difficoltá che é stata alla fine per rientrare, remavo con tutte le forze verso la grotta ma la corrente laterale mi portava verso le rocce! Non voglio immaginare come sia in condizioni "normali"... cmq anche il rientro é andato bene e, sorpresa, ho scoperto di essere stato immortalato in una decina di scatti dai fotografi appostati sulla collina... peccato che dalle foto si vedeva che ho preso le onde piú piccole della giornata, quindi l'ho lasciate a loro!

Kuta Reef. Altro reef da raggiungere in barca, stavolta peró proprio davanti al caos chiassoso di Kuta e a brevissima distanza dalla pista d'atterraggio dell'aeroporto! Da riva é impossibile capire le dimensioni dell'onda e la gente che c'é. Io ero un pó titubante, visti i precedenti, ma stavolta ho dovuto ricredermi: l'onda é sul metro, facilissima e soprattutto bella lunga. Ciliegina sulla torta: 3 persone in acqua quando arriviamo, che dopo poco escono... allo scadere delle 2 ore concordate col pilota della barca, Mark e Coco (che ha fatto qui la prima esperienza della sua carriera surfistica!) ritornano in spiaggia: restiamo un'altra ora io e Alessio, incredibilmente da soli, un onda a testa in ogni set con commenti e incitamenti... se non fosse per le condizioni poco radicali, una session mitica!

Nota folkloristica: il buon Mark surfa con in tasca le chiavi della macchina (senza legarle al costume), col risultato che finiscono in pasto ai pesci del reef... meno male che siamo a Bali, e basta un pó di pazienza piú una 15ina di euri e un solerte "meccanico" ci fabbrica (letteralmente) un nuovo set di chiavi, dopo aver apero le portiere con una forcina per capelli... evviva la sicurezza!

Nusa Ceningan. Breve session frutto di una ricerca avventurosa in un giorno di scarso swell. Nel secondo dei nostri giorni a Nusa Lembongan, tranquilla isoletta senza macchine a un'ora di barca da Sanur, decidiamo di provare questo spot che necessiterebbe o un'altra oretta di barca, o la via terrestre...

Optiamo per la via terrestre, quindi motorini a noleggio x tutti e via sulle stradine strette e dissestate dell'isola, fino a un ponticino di legno lungo 100 metri (in cui passa a malapena un motorino alla volta) su cui ho seriamente visto la morte in faccia: superato indenne questo ponte si arriva all'isola di Ceningan, ancora un pó di strada sterrata e si sbuca davanti a questa incantevole baietta in cui frange una sinistra su pochissima acqua, a ridosso della scogliera.

Lo swell era poco e quindi le condizioni abbastanza facili, ma s'intuiva facilmente la radicalitá del posto con onde "vere"... non rimpiango di essere stato altrove all'arrivo della mareggiata!

Nusa Lembongan - Shipwreck's. Finalmente una bella destra, in una vacanza dominata da innumerevoli sinistre... per la gioia dei regular Alessio, Mark e Ruben! L'onda rompeva sul reef abbastanza lontano da riva, proprio davanti al Linda's Bungalows dove abbiamo soggiornato x 4 notti. Le prime session abbastanza scadenti, con poca onda e spesso troppa gente. Poi é arrivato lo swell: un tramonto e un'alba memorabilli, con 2,5 metri tubanti e parete ripidissima, lunga, da video di surf... Purtroppo anche parecchia gente a godersi le condizioni, comunque la consistenza delle onde permetteva a tutti di surfare, a patto di remare come forsennati per contrastare la corrente che portava oltre il picco con conseguente inevitabile lavaggio di 100 metri sopra il reef... ottima occasione x un riposino e un pó di didattica gratuita offerta dai locals!

P.S: ringrazio il mitico Captain Aqua x i numerosi trasporti in barca al reef, 10000rp/tratta, pagamento ultra-posticipato e intrattenimento a bordo... tutto perfetto tranne quando al tramonto si scorda di venirti a riprendere!

Medewi. Degna conclusione di un viaggio splendido... Niente piú spot radicali, acqua cristallina e reef in vista sotto la tavola! A "solo" 3 ore di macchina dal Bukit si trova questo point break di ciottoloni, con onda franosa e di una lunghezza mostruosa, quasi piú adatta al long (per una volta ho rimpianto di non avere il mio fish). Livello medio in acqua addirittura inferiore al nostro (per la prima volta dai tempi di Legian), take off anche ripido ma non cattivo e poi tutto il tempo di concentrarsi sui turns, fino a perdere il conto dei bottom... o fino a ritrovarsi fermi sulla spalla perché troppo poco ripida! La misura era ancora notevole (lo stesso swell preso a Lembongan, ma qui é anche piú esposto) ma niente a che vedere con le bombe di Shipwrecks...

In poche parole relax, divertimento, miglioramento e, perché no, una quintalata di foto che c'hanno fatto e che poi non abbiamo resistito alla tentazione di comprare per pochi euri... mamma mamma guarda come surfo!